Venezia, 31 ottobre – In questi giorni, una commissione dell’UNESCO è tornata a Venezia per verificare se le indicazioni richieste per mantenere la protezione verso la città e la laguna siano state accolte. «Nel dossier -ricorda Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- che pure non è stato reso noto alle minoranze, il Comune vanterà traguardi controversi, come il contributo d’accesso che verrà addirittura raddoppiato. Ma già nel 2023 a Riyadh il capoluogo ha rischiato seriamente di finire nella “lista nera” per le inadempienze, e solo grazie al voto di qualche Paese amico la governance cittadina è riuscita a sfangarla».
Stavolta però, dopo plurimi avvertimenti, la possibilità di “sconti” sarà ulteriormente diminuita: «E non fanno gioco -prosegue la consigliera- l’inasprirsi della violenza urbana, le carenze nei trasporti pubblici, l’overtourism che espelle i residenti stanziali, le inchieste giudiziarie contro il sindaco Brugnaro e l’ex assessore Boraso. Molti aspetti investono la salute delle persone che abitano o lavorano in laguna, e contribuiscono a peggiorarne le condizioni di vita: la subsidenza da moto ondoso, il passaggio di grandi navi da crociera, l’attività delle industrie chimiche».
Nei canali tra i sestieri e le isole più prossime, l’ARPAV ha infatti rilevato nel 2023 il superamento dei limiti del PM10 nell’atmosfera (valori oltre i 50 microgrammi) per un numero di giorni maggiore rispetto alle centraline della Bissuola a Mestre: ovvero 54 volte a fronte di 49, nonostante queste ultime intercettino il transito automobilistico. Un paradosso, evidentemente.
Sempre secondo l’Agenzia regionale, nel 16% del tempo la qualità dell’aria veneziana può essere definita mediocre o scadente, o addirittura (1%) pessima. «Per non dire dell’inquinamento subacqueo, testimoniato dalle immersioni dei gondolieri, e di quello acustico: il frastuono di gru e motori marini -continua Baldin- ad esempio nel rio di Noale, in rio della Panada e in quello della Pietà ha provocato diffide da parte della cittadinanza. Chiaramente non ascoltate, così come non sono in pratica mai stati rispettati i piani d’azione pure redatti. Anzi, la Giunta di centrodestra ha abolito le fasce orarie dedicate al silenzio e introdotto deroghe per i cantieri edili…».
L’ispezione dell’UNESCO cade perciò a proposito per ipotizzare zone acquee a traffico limitato, circolazione a targhe alterne dei motoscafi, controlli al fine di far osservare le norme vigenti: «Fondamentale -aggiunge l’esponente del M5S- anche completare la conterminazione dei siti di Porto Marghera, allontanare il traffico delle navi petroliere e da crociera progettando soluzioni offshore, intensificare l’asportazione dei sedimenti contaminati nei fondali, realizzare aree umide di fitodepurazione lungo la gronda».
Da trent’anni le Nazioni Unite lo chiedono a Venezia, e le aperture di credito nei confronti della città sono state finora numerose e benevole: «Ma la fiducia universale verso il sindaco e la sua maggioranza sta più che mai a zero. Nessuno oggi tra le opposizioni progressiste può chiamarsi fuori dall’offrire un’alternativa rapida, credibile e nuova alla città, restituendole un’amministrazione degna della sua storia repubblicana», conclude Erika Baldin.