Venezia, 4 dicembre 2024 – «Leggo con preoccupazione i dati del rapporto ISPRA relativo al consumo di suolo nel 2023, che confermano una tendenza drammatica e insostenibile: la velocità con cui si consuma e si cementifica il suolo in questo Paese è assurda. Questo fenomeno è ancora più grave se si considera che l’Italia è un Paese a tasso zero di crescita della popolazione. Non stiamo costruendo per una domanda che cresce, ma stiamo distruggendo il patrimonio naturale inutilmente».
Commenta così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, le cifre fornite dall’ISPRA: «I numeri parlano chiaro: il Veneto si conferma maglia nera a livello nazionale con 891 ettari di territorio consumati nel solo 2023. Un dato che dovrebbe far riflettere chi guida questa Regione. Nonostante le bugie del presidente Zaia, che in passato attribuiva dati simili ai cantieri per la Pedemontana, questa tragedia ambientale non accenna a fermarsi. Evidentemente siamo di fronte a un problema strutturale e a una politica del territorio completamente sbagliata».
Il consumo di suolo ha costi enormi per la collettività: «Cementificare indiscriminatamente -prosegue la consigliera- non solo distrugge il paesaggio e la biodiversità, ma aumenta a dismisura i rischi idrogeologici, causando danni per centinaia di milioni di euro ogni anno». Eppure, questo messaggio non sembra essere entrato nella testa della classe dirigente: «La destra -aggiunge Baldin- anziché affrontare seriamente queste emergenze, continua a blaterare di nucleare a Venezia, un’idea che dimostra un totale scollegamento dalla realtà, e della Treviso-Mare, un’altra opera inutilmente costosa che porta avanti il vecchio modello di trasporto su gomma».
È arrivato il momento di cambiare rotta: «Non possiamo più permetterci un modello di sviluppo che divora il territorio -ammonisce l’esponente del M5S- e mette a rischio il futuro delle nuove e prossime generazioni. Serve una politica coraggiosa, orientata alla tutela del territorio e alla prevenzione dei rischi, per preservare ciò che resta. Un investimento serio nel trasporto sostenibile e standard più alti per le compensazioni ambientali, alzando il rapporto tra consumo e il ripristino delle superfici naturali, rapporto ancora negativo stando ai dati. Il Veneto e l’Italia meritano un futuro sostenibile», conclude Erika Baldin.