Venezia, 9 febbraio 2023 – «Il presidente Zaia ha un bel parlare di occupazione in crescita, maggiori assunzioni e ricorso limitato alla cassa integrazione. La realtà è che mai come ora il Veneto è scosso da crisi aziendali che lo investono in tutto il territorio, dalla montagna al mare passando per le città e gli hinterland, le quali pongono a serio rischio la conferma dei posti di lavoro e delle produzioni nella Regione». Lo afferma Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, commentando le dichiarazioni del presidente della Giunta veneta in materia di lavoro.
«Non discuto certo i dati pubblicati dalla statistica Flash -prosegue la consigliera- i quali indicano effettivamente l’aumento dei parametri positivi nel saldo delle persone occupate, in specie per quanto riguarda il settore turistico. Ma oltre alla persistenza del gender gap, evocato da Zaia, e al quale vanno trovate soluzioni attraverso la pratica di politiche specifiche, è necessario che la Giunta regionale prenda atto che non poche imprese hanno deciso di delocalizzare o di chiudere i battenti, lasciando per strada un gran numero di lavoratrici e lavoratori. Non è sufficiente creare impiego, occorre anche difenderlo quando c’è ed è virtuoso».
Baldin riferisce di alcune vicende in atto, che negli ultimi tempi hanno visto l’intervento delle organizzazioni sindacali: «Per una vertenza risolta bene all’hotel Bauer di Venezia -spiega l’esponente del M5S- non possiamo stare tranquilli quanto allo stato delle cose all’AkzoNobel di Scorzè, le cui maestranze si stanno mobilitando contro la delocalizzazione in Svezia, oppure alla Motorizzazione Civile di Venezia, in grave carenza d’organico che costringe le automobiliste e gli automobilisti a lunghe attese per la concessione della patente personale di guida».
Preoccupa anche la situazione alla Sàfilo negli stabilimenti di Longarone, Padova e Santa Maria di Sala, dopo l’annuncio della dismissione il 26 gennaio scorso: «Oltre duemila operaie e operai sono scesi in piazza -conclude Erika Baldin- e a loro va tutta la mia solidarietà. Solo nel Bellunese rischiano 472 dipendenti: il tavolo tecnico del prossimo 22 febbraio in Regione dovrà dare certezze ed esperire ogni ipotesi, tra cui la cessione dei rami d’azienda alle imprese di settore che operano nell’area, per scongiurare questa ennesima crisi occupazionale. Già tre anni fa il personale è stato drasticamente dimezzato, tramite incentivi all’esodo volontario: se vuole competere a livello internazionale, il Veneto non può fare finta da mercante e girarsi dall’altra parte davanti alle sue migliori energie professionali».