Venezia, 10 settembre 2024 – «Ho chiesto oggi alla presidente Brescacin di calendarizzare quanto prima il progetto d’iniziativa popolare sul fine vita, fermo in commissione Sanità dopo il voto del 16 gennaio scorso del consiglio regionale. La presidente ha detto che valuterà la mia richiesta, che ho poi reiterato in capigruppo senza ottenere risposte». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in consiglio regionale, a margine dalla seduta odierna della Quinta commissione consiliare e della conferenza dei capigruppo. «Sono intervenuta all’inizio dei lavori per chiedere alla presidente della commissione la calendarizzazione del progetto di legge regionale n. 217, “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n 242 della 2019 della Corte Costituzionale”, rinviato in commissione il 16 gennaio scorso dopo un’iter burrascoso: ricordo che oltre 9 mila cittadini veneti hanno sottoscritto la proposta di legge promossa dall’associazione Coscioni», sottolinea Baldin.
«Il testo non ha superato l’esame dell’aula per un solo voto, ma ricordo che in seguito alle elezioni europee la composizione del consiglio è cambiata: trattandosi di un tema etico, se si votasse domani l’esito potrebbe cambiare. Hanno ragione gli esponenti dell’associazione Coscioni: dopo nove mesi di stop, credo sia ora di riaprire il dibattito sul fine vita in Veneto. Un dibattito che già vive nella società civile, come lo stesso Zaia ha dichiarato dopo aver visto il film vincitore della Mostra del Cinema di Venezia. Come Almodovar, anch’io penso che l’essere umano debba essere libero di vivere, ma anche di morire, quando la vita diventa insopportabile. E come Zaia penso che le cure palliative siano utilizzate come un alibi: non sono sufficienti, va garantita la libera scelta di ciascuno», aggiunge la consigliera regionale.
«Serve una legge del Parlamento, perché ad oggi il fine vita è normato da una sentenza della Corte Costituzionale. Ma anche la Regione può e deve fare la propria parte, riprendendo l’iter della legge Coscioni che, lo ricordo, non è mai stata bocciata, ma soltanto rinviata in commissione. Confido quindi in una moral suasion da parte del presidente Zaia, che in questi giorni si è espresso in modo netto sul tema, nei confronti dei componenti della sua maggioranza: se non per convincerli nel merito del provvedimento, quantomeno per garantire che l’argomento venga affrontato in commissione e in Aula», conclude Baldin.
Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale